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27 settembre 2022
Noi genitori, durante l’adolescenza dei nostri figli, molto spesso, ci sentiamo confusi, ansiosi, stressati, preoccupati, impauriti, frustrati. Vero? Come mai?
Semplice: Non riusciamo a capire cosa, i nostri figli, stanno pensando, provando, insomma…non sappiamo come stanno vivendo questo momento così delicato della loro vita!
Con questo articolo potrai
Migliorare il tuo benessere abbassando i livelli di stress, ansia e di qualsiasi emozione che ti impedisce di essere una persona serena.
Migliorare la relazione con il “tuo” adolescente
Acquisire sicurezza come adulto di riferimento (genitore, allenatore, insegnante)
Diventare un punto di riferimento per le nuove generazioni e, perché no, per altri adulti di riferimento
Ci dicono che essere genitore è il mestiere più difficile del mondo e nessuno ci prepara per diventarl
Quando mettiamo al mondo un figlio non ci consegnano nessun manuale di istruzioni, lo impariamo facendolo.
La maggior parte di noi non è consapevole di quanto i primi 3 anni siano fondamentali per la creazione dell’identità del nuovo adulto del futuro.
Mentre il bambino cresce, aumentano le difficoltà, i cambiamenti e le sfide da affrontare, per lui e per noi e, oggi, più che mai ci troviamo ad affrontare quotidianamente dubbi ed incertezze!
Quando ci avviciniamo alla pre-adolescenza, che coincide con l’ingresso alla scuola media, quel tenero “cucciolotto”, spesso, inizia a trasforma in un “nuovo” essere e poi con l’adolescenza, che coincide con l’ingresso alla scuola superiore, di quel bambino non c’è più traccia.
I nostri adolescenti diventano “intrattabili” e noi, genitori, e altri adulti di riferimento, iniziamo a non sapere più come prenderli e la relazione si complica!
Da dove nasce questa difficoltà?
Vediamo ora gli errori più comuni che commettiamo noi adulti!
Certamente, bisogna partire dal dialogo e dall’ascolto e cercare di comprendere le loro esigenze che spesso non corrispondono a quelle dell’adulto. La disponibilità all’ascolto è molto apprezzata dai ragazzi, anche se non lo riconosceranno mai apertamente, e può evitare di farli partire sul piede di guerra.
“Ci si deve preparare all’adolescenza dei figli considerando che ci si troverà di fronte una persona che sta vivendo un cambiamento rapido e intenso. Ascoltare significa mettersi nei panni dei nostri figli, tenendo conto di ciò che vivono nel presente. L’errore più grave è ascoltarli attraverso la griglia della nostra adolescenza” (Tratto dal libro Anime adolescenti di Fulvio Ravera).
Diamo per scontato che essendo, noi, l’adulto loro debbano fare quello che gli diciamo. Tendiamo, così, ad assumere quel comportamento che noi critichiamo nel nostro “capo” a lavoro.
Il risultato che otteniamo è quello di sottomissione e non di sblocco del potenziale!
Noi esseri umani siamo tutti diversi, le epoche sono diverse, gli stimoli sono diversi e quindi i nostri figli sono diversi!
Il risultato che otteniamo è quello di far sentire giudicati i nostri ragazzi, di farli sentire non adeguati rispetto a noi!
Siamo sinceri a volte, spesso, facciamo proprio delle domande del “cappero”, tipo: “Come è andata oggi?”, “Cosa hai fatto a scuola”, “Come è andato l’allenamento?”
Ma tu risponderesti volentieri alla domanda: “Come è andata a lavoro? Cosa hai fatto?”
Via su siamo onesti…anche no! Queste domande non aprono la conversazione, non curano la relazione!
Le poche volte che ci rispondono…non li ascoltiamo oppure non li ascoltiamo nel modo giusto e così torniamo al punto #1, e poi al #2 e quindi al #3
E poi ci lamentiamo che i nostri ragazzi non parlano con noi?
Non è forse la conseguenza del nostro comportamento?
L’ascolto è la chiave della relazione con gli altri, in quanto comunica fiducia facendo sentire l’importante il nostro interlocutore!
Imparare ad ascoltare non è non è sempre facile, ma è un allenamento che se fatto con pazienza, fiducia e costanza ti permetterà di fare la differenza, nella relazione con tuo figlio e, più in generale, con gli altri!
E allora visto che è ascoltare è fondamentale…iniziamo subito.
Visto che non sempre i nostri ragazzi si raccontano diventa fondamentale cogliere i segnali, non verbali, che ci inviano con il corpo, la postura, il tono della voce, lo sguardo. Ricordiamoci che il silenzio comunica più delle parole!
Mentre osserviamo, ricordiamoci di non giudicare, non dare per scontato, non paragonare…osserviamo punto e basta!
Il giudizio offusca la capacità di osservazione di ascolto!
Dobbiamo accettare che ogni essere umano ha bisogno di un proprio tempo per accettare, metaboilizzare e condividere ciò che provando, a maggior ragione quando parliamo di bambini e ragazzi che hanno meno strumenti per vivere e decifrare il processo.
Diventa fondamentale saper aspettare, senza pressioni e con pazienza.
Quando i ragazzi finalmente si aprono, mettiamo in pausa tutto il resto. Se non ci sentono davvero presenti finiranno per chiudersi ulteriormente e sarà sempre più difficile farli nuovamente riaprire!
Quindi, evitiamo di:
Rispondere con frasi di circostanza,
Sminuire sia perché non riteniamo importante o per tirarli su: per loro è importante e non vogliono essere tirati su, ma ascoltati e compresi
Generalizzare. Ricordiamoci che siamo tutti diversi e che fare di tutta l’erba un fascio ne sminuisce l’identità!
—Fulvio Ravera (Tratto dal libro "Anime Adolescenti")
A te la scelta...
A presto…
Un abbraccio dalla “tua” Coach!
Veronica