Adolescenza

Se a rispondere a questa domanda sono opinione pubblica e adulti di riferimento (insegnanti, allenatori e, soprattutto, genitori) vedi scuotere la testa, allargare le braccia e senti risposte negative!

Questa è la mia risposta:

Le nuove generazioni sono fragili e noi adulti siamo in difficoltà perché non riusciamo ad avere relazioni 2.0 con i nostri ragazzi. La causa più comune è da imputare al fatto che non riusciamo ad adeguarci al loro ritmo, alla loro epoca, non riusciamo a capirli, a comunicare al meglio con loro e, soprattutto, non abbiamo fatto pace con il nostro passato e guarito il nostro bambino interiore.

I giochi olimpici sono, per me, da sempre fonte di grande ispirazione in quanto dietro le performance di ogni atleta c’è il senso della vita.

Dietro ad ogni atleta c’è un essere umano che:

ha scoperto il proprio talento

si è posto un obiettivo 

ha lavorato in funzione di esso

ha superato difficoltà, ostacoli, blocchi, paure

L'autostima è il valore che ogni individuo assegna a se stesso, la fiducia nelle proprie capacità, l'accettazione e la rappresentazione mentale di sé. 

Durante l'adolescenza, l'autostima gioca un ruolo centrale, in quanto aiuta i giovani a costruire un'immagine positiva di sé e ad affrontare le sfide della crescita. 

Tuttavia, è importante nutrire l'autostima fin dalla prima infanzia, in modo da garantire una base solida su cui costruire l'identità.

I giovani, anche quando mostrano sicurezza e indipendenza, hanno bisogno di sostegno emotivo e di sentirsi apprezzati e valorizzati.

L’accettazione è figlia dell’autostima e questa è, spesso, legata all’’immagine corporea, condizionata da modelli, soprattutto, di bellezza imposta dalla società e dai social.

Durante l’adolescenza i ragazzi devono fare i conti con il corpo che cambia velocemente temono di non piacere e si focalizzano su ogni difetto.

L’adolescenza è, da sempre, un periodo sfidante, di grandi cambiamenti!

I cambiamenti richiedono tempo e pazienza, una pazienza che i nostri figli sembrano non avere ed è comprensibile: con un click ricevono tutte le risposte!

Ma l’adolescenza non si è un click!

E noi genitori non possiamo far finta di niente!

Ti capita di pensare:

“Mio figlio è intrattabile"?; “Non gli si può dire niente”; “Non parla”; “Non risponde”; “Non ascolta" ?; “Sempre chino su quel cellulare”?

Se ti senti: 

sfinit@, ansios@, preoccupat@, stressat@…

Sei semplicemente il genitore di un’adolescente!

Durante l'adolescenza, a noi genitori, ci capita di trovarci davanti un figlio diverso che, il più delle volte, stentiamo a riconoscere. 

Quando ci sembra di aver trovato un equilibrio…accade qualcosa e…

Siamo di nuovo da punto e da capo!!!!

L’adolescenza sembra essere un periodo infinito con sfide e cambiamenti continui e non vediamo l'ora che passi velocemente.

Infatti, la domanda più gettonata è: “Ma quanto dura l’adolescenza?” 

Noi genitori, durante l’adolescenza dei nostri figli, molto spesso, ci sentiamo confusi, ansiosi, stressati, preoccupati, impauriti, frustrati. Vero? Come mai?

Semplice: Non riusciamo a capire cosa, i nostri figli, stanno pensando, provando, insomma…non sappiamo come stanno vivendo questo momento così delicato della loro vita! 

Con questo articolo potrai

Migliorare il tuo benessere abbassando i livelli di stress, ansia e di qualsiasi emozione che ti impedisce di essere una persona serena.

Migliorare la relazione con il “tuo” adolescente 

Acquisire sicurezza come adulto di riferimento (genitore, allenatore, insegnante)

Diventare un punto di riferimento per le nuove generazioni e, perché no, per altri adulti di riferimento

“Mio figlio, 16 anni, non sembra interessato a niente di ciò che accade in famiglia, tempo di mangiare e si chiude in camera sua, cerchiamo di parlare con lui, ma lui niente, non riesco ad entrare nel suo mondo, non riesco a comprendere, anche perché da piccolo non era così!”

Quanti genitori di adolescenti si trovano davanti a questa situazione?

La risposta è molti, quei teneri Cucciolotti si sono trasformati in Esseri scontrosi, sfuggenti, talvolta in perfetti sconosciuti che non ci permettono di entrare nel loro mondo, e allora cosa possiamo fare?

“ Mio figlio è in quarta superiore e dice che vuole cambiare scuola e che se non lo posso costringerlo e che se non lo assecondo tutte le conseguenza saranno colpa mia”

Ti sei mai trovato a dovere davanti ad una situazione in cui tuo figlio ha manifestato la voglia di cambiare scuola, sport, società sportiva?

Assecondarli è giusto o sbagliato?

Oggi risponderò a questa domanda.

"Voglio andare a scuola!. Dice che non ce la fa più, che in DAD è difficile rimanere concentrata, che non sta imparando niente e che non riescono a far capire ai professori che sono rimasti indietro. Durante il primo  lock down sembrava quasi un vacanza, ma questa è la terza volta e si sente annoiata e frustrata" 

Queste sono parole di una 15enne con media scolastica sopra l'8, ma è pensiero comune di molti adolescenti, mio figlio, 17enne, non è mai stato uno studente modello, anzi, e sentir dire da lui: “Preferisco andare a scuola” la dice lunga.

Quando i miei figli erano piccoli sentivo parlare delle difficoltà che i genitori passano quando ci avviciniamo all’adolescenza.

Ovviamente pensavo che ci avrei pensato al momento, che c’era tempo…mi sbagliavo all’adolescenza dei nostri figli ci si dovrebbe preparare quando sono piccoli!

Hai un figlio che ha  meno di 10 anni? Non rimandare…inizia ad allenarti!

Hai un figlio che ha più di 10 anni? Non PUOI più rimandare…inizia ad allenarti!

Ora voglio raccontarti tutto quello che ho scoperto, cosa accade ai nostri figli dalla preadolescenza in poi.

L’adolescenza è una fase che mette alla prova i nostri figli ma anche noi genitori e tutti gli adulti di riferimento, insegnanti ed allenatori. 

Ci troviamo davanti a scatti di rabbia improvvisi che talvolta sfociano in aggressività verbale o fisica...che fare?

Ed eccoci alla quarta tappa di questo viaggio. Siamo partiti da:

1. Analizzare cosa stanno vivendo i nostri ragazzi,

2. Poi  siamo scesi in profondità a comprendere i loro stati d’animo, allenando l’empatia. 

3. Siamo esseri umani e per comprendere dobbiamo essere in grado di gestire le nostre emozioni tema affrontato nella terza tappa. 

Ora siamo pronti per affrontare il delicato tema di come comunicare con loro. 

Ci tengo a precisare che tutte e 4 le tappe sono collegate e si auto-nutrono.

Comunicare letteralmente significa mettere in comune, e per mettere in comune dobbiamo parlare la stessa lingua  del nostro interlocutore.

“Oh Vero mica gli parlo in un altra lingua, anche se è come se lo facessi tanto non mi risponde!” 

Ci hanno inculcato che dobbiamo essere tutti top performer.

Ci fanno vedere la perfezione e ne siamo costantemente alla spasmodica ricerca.

Ricopriamo tanti ruoli  e spesso di alcuni non siamo nemmeno tanto contenti.  

E poi ci chiediamo perché siamo stressati?

Siamo “animali sociali”, vivere con gli altri scatena, inevitabilmente, emozioni talvolta sono emozioni che ci permettono di esprimere i nostri talenti, talvolta sono emozioni che ci bloccano, impedendoci di fare. 

P.s: Ho accuratamente evitato di usare emozioni positive/negative poiché ci stiamo allenando ad uscire dal giudizio!

La settimana scorsa abbiamo  provato a capire Cosa sta accadendo ai nostri figli  questa settimana entriamo nel vivo di come fare a comprenderli ma più in generale vedremo come fare comprendere gli esseri umani, perché siamo tutti diversi ma in fondo siamo tutti uguali!

Sei pront@?

La comprensione inizia dove finiscono critica e giudizio, questo è il primo step!

Il secondo step, di cui ci occuperemo oggi, è entrare in contatto con la persona sviluppando, allenando e potenziando l’EMPATIA.

Mi trovo spesso a parlare dei giovani con genitori, allenatori, insegnanti  e la domanda più gettonata su cui ci interroghiamo è: 

"Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi?"

I nostri figli si trovano  nella posizione in cui ci siamo trovati noi quando ci sentivamo non compresi dai genitori, dall’allenatore, dal professore e stanno  crescendo in un era diversa da quella in cui siamo cresciuti noi.