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11 maggio 2020
Ci lamentiamo che i nostri ragazzi non raccontano, non ascoltano, non rispondono alle nostre domande, ma noi cosa stiamo facendo di diverso per comunicare efficacemente con loro?
Einstein diceva che è follia fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi, ma, in realtà, è quello che facciamo, non volutamente, ma semplicemente per abitudine.
Siamo guidati da abitudini e se vogliamo risultati diversi dobbiamo scegliere di modificare qualche comportamento, qualche abitudine.
Se vogliamo comunicare efficacemente con i nostri ragazzi e più in generale con le persone la prima e più importante abitudine da cambiare è quella di criticare, etichettare, fare diagnosi e paragoni, insomma dobbiamo smettere di giudicare.
— Nicolas de Chamfort
L’abitudine al giudizio l’abbiamo incontrata già in tenera età e allenata nel corso della nostra vita, la società in cui siamo cresciuti si basa su modelli modelli giusto o sbagliato, buono o cattivo, normale o anormale...le nostre famiglie si sono adeguate, se siamo giudicanti non è colpa nostre, non è colpa delle nostre famiglie ma semplicemente di un sistema che ci ha portato a disconnetterci da noi stessi e a metterci in competizione con gli altri...e stiamo insegnando questo ai nostri ragazzi!
Ah Vero, allora se non è colpa mia che posso fare?
Semplicemente scegliere di cambiare, con questo articolo ti darò 3 strategie per iniziare a “disintossicarti” dal giudicare.
— Carl Rogers
Carl Rogers con questa frase risponde perfettamente alla domanda ed io aggiungo che smettere di giudicare è il bel gesto d’amore che doniamo a noi stessi e alle persone che ci circondano, perché il giudicare fa male a noi e ai nostri interlocutori, in quanto:
abbassa l’energia ci abbrutisce!
ci mette in conflitto con gli altri
pone le persone sulla difensiva
mortifica: pensa a come ci rimane una persona a cui dici “sei stupida”
non conduce a soluzione
ci tiene inchiodati nella situazione in cui siamo impedendo il cambiamento: se tu ad una persona dici che è timida, indosserà quell’etichetta, ne darà conferma in tutte le occasioni e difficilmente riuscirà a togliersela.
diventa una scusa per non fare: ”Ormai, sono fatta così!”
Il giudizio ci tiene fermi nella situazione in cui siamo e ci fa tirare fuori il peggio di noi, grazie alla comunicazione empatica e alla sua dinamicità possiamo smettere di giudicare e nutrire la relazione in modo che siano tutti contenti.
La comunicazione empatica ci aiuta ad essere consapevoli e responsabili e questo ci da il grande potere di scegliere, cambiare ed essere la miglior versione che possiamo essere!
Ti avevo promesso 3 strategie per iniziare l’allenamento e allora andiamo!
Ti avevo promesso 3 strategie per iniziare l’allenamento, ma come sempre le strategie, gli strumenti non funzionano se non sono preceduti dal giusto mindset che prevede:
accettare di avere l’abitudine al giudizio
scegliere di metterti in gioco per fare cose diverse
essere disposto a “pagare il prezzo” del cambiamento, ossia devi darti il tempo necessario al processo!
Di solito noi passiamo dal fatto all’azione in maniera a automatica e reattiva, per esempio:
mi dici qualcosa che non è allineato al mio pensiero (FATTO)...reagisco con “tu non capisci niente, sei un…!” (AZIONE)
Ti ricordo che la reazione è dovuta al bisogno soddisfatto o non soddisfatto, per farcelo capire si scatena un’emozione, quindi il fatto è solo l’innesco, ma se noi spostiamo l’attenzione giudicando l’altro ci perdiamo l’opportunità di capire.
Per imparare a separare ciò che accade dal giudizio:
Descrivi il fatto in maniera oggettiva, con precisione e dettaglio, come se tu vedessi in una foto, se non è rappresentabile in una foto non sei oggettivo, sei nel personale, nel giudizio...per aiutarti immagina come se tu fossi spettatore e vedessi quello che è successo!
Siamo abituati a giudicare e passare da 100 a 0 non è facile, credo però che possiamo puntare ad uno step intermedio e spostarsi dal giudicare la persona (ESSERE) a valutare quello che fa, l’azione, l'atteggiamento (FARE). Quindi:
NON è “sei timida” ma “ti comporti come una persona timida”
NON è “sei bravissimo” ma “quello che stai facendo è bellissimo”
Attenzione a come ci rivolgiamo ai bambini, loro sono molto vicini al loro stato naturale e si nutrono di quel “sei bravissimo”, ma quando la combinano e viene a mancare, loro fanno 1+1: “sei bravissimo”= la mamma mi ama, “se non me lo dice, non mi ama più!”
I bambini sanno benissimo quali sono i loro bisogni e le loro emozioni e ce li comunicano , il problema è che non sempre riusciamo a comprendere.
La bizza di un bambino e il silenzio di un adolescente sono l’espressione di un’emozione che nasce da un bisogno non soddisfatto, a noi tradurre e aiutarli a fare altrettanto!
Semplicemente chiedi, non dare per scontato: ”Quello che hai detto non è allineato al mio pensiero e non ti nego che mi ha infastidito, sento il bisogno di comprendere meglio, potresti rispiegarmi quello che hai detto”. Qui ci sono tutte e 4 le fasi della comunicazione empatica!
Nell'angolo ALLENAMENTE trovi esercizi per la tua Crescita Personale...buon lavoro!
SCRIVI qualcosa che ti ha fatto perdere le staffe, poi rileggi cerchia i giudizi e riscrivi scegliendo e scegli una delle 3 possibilità:
usa la strategia #1 separa il giudizio dal fatto
usa la strategia #2 giudica il fatto e non l’essere
usa la strategia #3 fai domande
Ti consiglio di farlo scritto in quanto la scrittura ti aiuta a riconoscere l’uso del giudizio, siamo così abituati ad usarlo che non ce ne accorgiamo!
A questo punto ti lascio con il programma delle prossime puntate con la Comunicazione Empatica:
lunedì 18 maggio: step #2 Come Ascoltare le emozioni
lunedì 25 maggio: step #3 Come comprendere i bisogni
lunedì 1 giugno: step #4 Come scegliere consapevolmente
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi di questo articolo e ti invito a farmelo sapere scrivendo una mail a: Veronica@genitoreduepuntozero.com
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— Tahereh Mafi
A te la scelta...
A presto…
Un abbraccio dalla “tua” Coach!
Veronica