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25 maggio 2020
Se vogliamo comunicare efficacemente con i nostri ragazzi dobbiamo comprendere i loro bisogni, e spesso non lo sanno nemmeno loro!
Tutti sappiamo di cosa abbiamo bisogno ma se siamo troppo intenti ad avercela con il mondo non siamo in grado di sentire, facciamo fermati e scrivi in questo momento di cosa hai bisogno per sentirti bene?
Ma per aiutarti un pochetto ti invito a pensare a qualche situazione in cui ti sei arrabbiato, ti sei sentito deluso, triste, infelice: quale bisogno si nasconde dietro a queste emozioni?
— Daniel Goleman
Sono i nostri bisogni a motivarci ma spesso non sappiamo contattare, comprendere e tanto meno soddisfare, figuriamoci se possiamo farlo con gli altri e soprattutto con i nostri figli,
Ti capita di trovarti a non saper prendere decisioni oppure a prenderle per poi pentirtene subito dopo? Ti capita di sentire che c’è qualcosa che non va senza sapere cosa? Ti capita di non riuscire a comprendere le altre persone? Ti capita di non riuscire a comprendere tuo figlio?
Bene, semplicemente non sei connesso con te stesso, con gli altri...non senti il bisogno, non ci hanno insegnato a farlo, quindi tranquillo!
Partiamo alla scoperta dei nostri bisogni. I nostri bisogni sono:
naturali e non giudicabili da nessuno
l’espressione della nostra natura
necessità, mancanze e anche valori e doni
dinamici, cambiano continuamente, motivo per il quale la stessa situazione ieri ci da fastidio ed oggi no
Capisci che comprenderli è di vitale importanza per stare bene con noi stessi e con gli altri.
La comunicazione empatica ci da dritte importanti per comprendere i bisogni passando dalle emozioni. Quando accade qualcosa che fa nascere dentro di noi un’emozione la domanda che dobbiamo farci è: “di cosa ho bisogno in questo momento?”
Una volta che abbiamo compreso il nostro bisogno per poterlo soddisfare dobbiamo condividerlo con l'interlocutore, difficile? Dobbiamo solo abituarci a farlo...tutto qua!
“Ok Vero, ma al nostro interlocutore che gliene frega del nostro bisogno?”
Sta parlando con te, in qualche modo quello che dici gli interessa e apprezzerà molto la condivisione del bisogno, questo momento è il cuore della comunicazione efficace.
La condivisione del bisogno non è uno scaricare sull’altro ma un donare all’altro, l’interlocutore accoglierà questo dono sentendosi quasi un privilegiato
“Quando hai detto che…, mi sono sentita non compresa, in questo momento ho bisogno di sentirmi stimata, per tanto avrei bisogno che…”
Normalmente, quando ci relazioniamo con gli altri, tendiamo a voler convincere l’altro a pensarla come la pensiamo noi, è come se volessimo vincere contro l’altro avendone la meglio, questo non è comunicare efficacemente, questo non è comunicare con empatia, questo è prevaricare e non porta da nessuna parte se non verso incomprensioni, conflitti e verso nessuna soluzione!
Ovviamente più siamo allenati a riconoscere i nostri bisogni più remo in grado di aiutare gli altri a riconoscere i propri, esatto aiutare l’altra persona a..., in quanto normalmente quello che che facciamo è ipotizzare il bisogno e aiutare a raggiungerlo, tipico esempio è il genitore che forte del “questa cosa lo potrebbe far soffrire, vado a parlare con il professore/allenatore”. In questo esempio ci convinciamo di sapere quale sia il bisogno di nostro figlio, ma non glielo abbiamo chiesto probabilmente lo abbiamo visto triste, forse ci ha raccontato la delusione di un voto, o di aver giocato poco o per niente e noi, cuore di genitore, siamo passati dal fatto all’azione saltando lo step più importante che soprattutto con i nostri figli è sfidante ed impegnativo, aiutarlo a:
associare emozione-bisogno
comprendere il bisogno
decidere la strategia per aiutarlo a soddisfare quel bisogno.
Attenzione non sta a noi soddisfare il bisogno dei nostri figli, il nostro ruolo è aiutarli a comprendere emozioni, bisogno e quale azione mettere in campo!
Non mi stancherò mai di dirlo e di scriverlo, per comunicare efficacemente dobbiamo tenere conto dei bisogni e della soddisfazione di entrambi gli interlocutori, nella comunicazione empatica o si vince tutti o non vince nessuno!
Chi conosce le regole si prende la responsabilità della comunicazione:
Tieni conto delle emozioni tue e del tuo interlocutore
Associa la tua emozione al tuo bisogno
Aiuta la persona ad associare la sua emozione al suo bisogno
Riprendiamo gli esempi già presi in precedenza , i 3 casi:
STEP #1 ascolto oggettivamente, non giudico
STEP #2 sento che quello che mi sta dicendo mi procura qualcosa, prendo contatto con la mia emozione: “Questa cosa che mi sta dicendo come mi fa sentire?” approfondisco, scomponendo l’emozione in emozioni più piccole.
STEP#3 “Queste emozioni a quale bisogno sono collegate?”
STEP #1 ascolto oggettivamente, non giudico, né torto, né ragione, non sono arbitro o giudice, ma facilitatori di un processo, posso fare domande di approfondimento per capire meglio!
STEP #2 osservo la reazione e ipotizzo l’emozione che sta dietro: “Mi sembra di intuire che sei un pò arrabbiato…” (muoversi in punta di piede, mai diretto “arrabbiato eh?”) appena possibile approfondisci, aiutando a scomporre in emozioni più dettagliate: “ Possibile che ti senta deluso, non accolto perché ti aspettavi che…?”
STEP#3 “di cosa hai bisogno per non sentirti arrabbiato ?”
STEP #1: racconto un fatto in maniera oggettiva senza caricare di giudizi, prendendomi la responsabilità del racconto
STEP #2 osservo la reazione e se noto un cambiamento nel mio interlocutore ipotizzo l’emozione che sta dietro: “Mi sembra di intuire che quello che ho appena detto ti ha disturbato…” attendo la risposta! Ripenso a cosa potrebbe aver dato fastidio e ipotizzo: “Possibile che ti abbia dato fastidio quando ho detto che…” (citare la frase ipotetica)
STEP#3 “di cosa hai bisogno per non sentirti disturbato ?”
Risulta molto potente utilizzare bisogno nella formulazione della frase, nella pratica lo omettiamo, usiamo “ho sonno...voglio dormire” invece “sono molto stanca ho bisogno di dormire”, isolare il bisogno è fondamentale per la condivisione con l’altra persona, inizialmente può risultare strano e le persone potrebbero stupirsi ma possiamo tranquillamente spiegare “sto imparando un linguaggio che metta al centro i nostri bisogni, all’inizio mi troverai un pò impacciata ma voglio imparare questo metodo che mi permette di nutrire le relazioni con gli altri e soprattutto la nostra.”
Anche in questo caso, come per le emozioni, dovremmo scomporre il bisogno grande in bisogni più piccoli, in quanto più specifici riusciamo ad essere più andiamo incontro ad una comunicazione efficace che soddisfa i bisogni di tutti!.
Un esempio di bisogno grande è l’amore, sì esatto l'amore non è un sentimento ma è un bisogno grande che si compone di tanti bisogni più piccoli che sono diversi per ognuno di noi. Visto che è un bisogno comune potresti fare questo esercizio:
Scrivi quali sono i 6 bisogni che compongono il tuo macro bisogno dell’amore.
A questo punto ti ricordo l'ultima puntata della Comunicazione Empatica:
lunedì 1 giugno: step #4 Come scegliere consapevolmente
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A te la scelta...
A presto…
Un abbraccio dalla “tua” Coach!
Veronica