Accedi alle Risorse Gratuite
7 giugno 2021
Ti è mai capitato di vedere tu@ figli@ in difficoltà e di non sapere cosa fare?
Qualche anno fa, un momento di crisi di Lapo, figlio maggiore, mi trovò impreparata, mi sentii impotente, in colpa per non sapere come aiutarlo.
Non volevo più trovarmi in quella situazione, volevo strategie, volevo strumenti ed allora decisi di tornare a studiare per diventare Coach.
Quella crisi mi fece capire che, come genitori, non siamo quasi mai pronti ad affrontare i momenti difficili dei nostri ragazzi.
Da quel giorno dedico tutta me stessa a far capire ai genitori che dobbiamo prepararci prima che le crisi arrivino, perché nella vita le cosa capitano e molto spesso i nostri figli non sanno come affrontarle.
— ANTHONY ROBBINS feat. VERONICA BARDUCCI
Molti adolescenti, pur ammettendo a loro stessi ed ai propri genitori di essere in difficoltà, si rifiutano di parlare con professionisti come Psicologi, Psicoterapeuti e Coach e allora, come dico sempre: “Caro genitore tocca a te!”
“Ok Vero, ma io non so come comportarmi, non so cosa fare”
Oggi voglio raccontarti una storia con la speranza che possa ispirarti.
Qualche giorno fa ho accolto una richiesta d’aiuto da parte di mio figlio, mi ero accorta dei suoi alti e bassi, della rabbia, dell’ansia e grazie alla conoscenza di tecniche di coaching avevo messo in atto una serie di strategie per prevenire quello che mi figuravo sarebbe arrivato: un crollo.
Ovviamente a 17 anni, e non solo, si pensa di poter superare il momento trovando alibi e scuse, mai poi, come si dice, i nodi vengono al petttine!
I nostri figli normalmente incolpano il professore, l'allenatore e, ovviamente, noi genitori e devo dire che molto spesso noi adulti ci mettiamo del nostro. Siamo troppo concentrati ad interpretare il nostro ruolo dimostrando scarsa empatia e comprensione per quello che stanno vivendo, provando, sentendo.
Come spesso accade, quando ci raccontiamo storie e non si affrontano i problemi, la nostra parte più profonda, la nostra anima, ci mente in guardia e ci manda messaggi, come abbiamo visto la scorsa settimana parlando di ansia.
Ma continuiamo ad ignorare questi messaggi, che io avevo già intercettato, fino a quando ci prendiamo uno spavento e allora, come dico spesso, ci troviamo con il c..o per terra o addirittura cadiamo in buca.
Ecco che quando questo accade ai nostri figli, ci troviamo come ad un bivio con quattro strade:
Ci muoviamo per risolvere il loro problema.
Gli diamo ragione andando a rafforzare il malessere
Minimizziamo con il classico: "Ma dai c'è di peggio"
Ci disperiamo perché non sappiamo cosa fare
Ognuna di queste strade non fornisce la soluzione al problema, in passato le ho provate tutte, ma questa volta ero pronta.
La mia prima reazione è stata quella di tranquillizzarlo, poi sono scoppiata in lacrime e dopo essermi sfogata scrivendo e confrontata con un’amica ho detto STOP!
Mi sono presa cura di me, in quanto per poterlo aiutarlo dovevo accettare, controllare le mie emozioni, superare il dispiacere di vederlo stare male.
Dopo qualche ora, ho ritrovato la mia lucidità, il mio equilibrio, la mia centratura sono entrata in azione, spiegando a mio figlio cosa gli stava succedendo ed offrendo una soluzione di Coaching e che doveva essere lui a chiedere il mio intervento.
Lui ci ha pensato un pò e dopo alcune ora mi ha chiesto: “Quando andiamo a fare l’esercizio?”
Dopo l’esercizio è stato subito meglio e sempre meglio anche nei giorni successivi.
Da tempo aveva difficoltà ad addormentarsi, si svegliava durante la notte e, ovviamente, aveva difficoltà a svegliarsi la mattina.
Qui sotto lo screenshot della mattina successiva alla sessione di esercizio.
Ecco perché è importante conoscere le tecniche, sapere come usarle e quando usarle.
Ecco l’importanza di essere un Genitore 2.0 e di diventarlo il prima possibile, meglio quando i nostri figli sono piccoli perché l’adolescenza deve essere preparata.
Dico che sempre che lo stile Genitore 2.0 può essere:
un’antidolorifico quando i nostri figli stanno sperimentando la difficoltà, sono già caduti in buca, oppure, sempre meglio,
una vitamina, per aiutarli a sviluppare autostima, per creare e potenziare una relazione empatica ed efficace, per poter intercettare i primi segnali di insoddisfazione e di leggero malessere prima che si trasformino in qualcosa di più grande e preoccupante.
Noi genitori siamo la chiave, siamo l’antidolorifico e la vitamina, siamo quelli che possono fare la differenza.
Non rimandare più scopri come acquisire gli strumenti e le strategie per aiutare tu@ figli@ a superare le sfide, le difficoltà della crescita e diventare chi può diventare.
🚀 Scopri come diventare un Genitore 2.0...
👉🏻 Prenota la Tua Consulenza Gratuita.
⚠️ Solo 4 posti (al mese) a disposizione...Affrettati!!
A te la scelta!
A presto…
Un abbraccio dalla “tua” Coach!
Veronica