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27 gennaio 2020
Ed eccoci alla quarta tappa di questo viaggio. Siamo partiti da:
Analizzare cosa stanno vivendo i nostri ragazzi,
Poi siamo scesi in profondità a comprendere i loro stati d’animo, allenando l’empatia.
Siamo esseri umani e per comprendere dobbiamo essere in grado di gestire le nostre emozioni tema affrontato nella terza tappa.
Ora siamo pronti per affrontare il delicato tema di come comunicare con loro.
Ci tengo a precisare che tutte e 4 le tappe sono collegate e si auto-nutrono.
Comunicare letteralmente significa mettere in comune, e per mettere in comune dobbiamo parlare la stessa lingua del nostro interlocutore.
“Oh Vero mica gli parlo in un altra lingua, anche se è come se lo facessi tanto non mi risponde!”
Perché i nostri ragazzi non ci rispondono? Perché non riusciamo a comunicare con loro?
Questa la risposta che mi sono data analizzando la comunicazione con i miei figli: Siamo noiosi, diciamocelo, gli diciamo e chiediamo sempre le stesse cose, nello stesso modo.
Perdonami se te lo ripeto, ma pensiamo che essendo i genitori devono fare quello che gli chiediamo…NON è COSì!
— Zygmunt Bauman
Bene ora siamo pronti, ti ricordo che questi step sono un modo per iniziare, come tutte le novità potresti incontrare delle difficoltà…non mollare, continua ad allenarti!
mostra interesse sincero, aiutati con l’empatia facendo domande aperte, ascoltando le risposte, più siamo lontani dalla generazione con cui ci confondiamo più ci dobbiamo sforzare!
Mentre ascolti non giudicare, stai sulla persona…ascoltala
Non ti perdere in premessa vai dritto al punto, con frasi brevi ed incisive, hai solo 7 secondi per catturare l’attenzione, non ti perdere nelle premesse o nello “spiegone”, se avrai catturato bene l’attenzione, forse, ci sarà tempo dopo.
E nel caso dei giovani, mentre non parla, osserva il corpo. Il corpo comunica sempre. In questa fase non hai bisogno di un corso in stile “lie to me”, ti posso assicurare se ti alleni a guardare la persona con la quale stai comunicando riuscirai a percepire tanto!
Fai esempi pratici comprensibili alla persona, se stai parlando con tuo figlio non gli parlare di “Fonzie”, non lo ha vissuto, non capirebbe l’esempio!
Siamo esseri umani e solo quando non ci sentiamo giudicati, quando ci sentiamo compresi iniziamo a fidarci, aprirci e solo allora ci facciamo guidare, allenare, aiutare.
Durante workshop e sessioni di coaching su questo argomento l’obiezione che ricevo è la seguente. “Il problema è che quando domandi, non rispondono”
É verissimo, ma siamo onesti che domanda gli abbiamo fatto, se tu fossi nei suoi panni risponderesti?
Una comunicazione che funziona risponde sempre a queste esigenze:
Perché dovrebbe ascoltarmi?
Cosa ho di interessante per lui/lei?
Sono da sempre un’appassionata di comunicazione ed è un argomento che per comprenderlo a pieno potrebbe non bastare una vita, oggi abbiamo parlato di alcune attenzioni per rendere la comunicazione più accessibile a tutti da sperimentare da subito, ma prima di metterti a lavoro devo presentarti i 2 nemici della comunicazione:
Il bisogno di avere ragione ci porta a difendere il nostro pensiero così tanto da non ascoltare il nostro interlocutore, ci porta a commettere errori in quanto non cambio idea nemmeno davanti all’evidenza, più volentieri vado a fondo ma non cambio idea. Perorando la nostra causa l’ego prende il sopravvento e il focus non è sull’altra persona ma su noi, in questo caso la comunicazione non funzionerà, anzi si creano incomprensioni e conflitti.
Il bisogno di piacere ci porta a parlare di noi, dei nostri successi, ma pensaci bene quando qualcuno lo fa con te: che pensiero hai? Sei veramente interessato/a? Normalmente ognuno vuol parlare di se.
Bene, interessati a loro, fai domande e fai parlare di se.
Entrambi questi bisogni sono una richiesta di aiuto:
QUANTO PENSI DI VALERE? ESATTO, PERCHÉ HAI COSI BISOGNO DI PIACERE E DI AFFERMARTI?
In questo campo sono una vera esperta, la mia comunicazione è cambiata quando ho compreso che il problema era la poca stima di me, quando sono passata dal parlare solo io ad ascoltare, le persone che mi conoscono bene, mi domandano: “Che cosa hai fatto? Come mai così silenziosa?” E poi mi ringraziavano per averle ascoltate.
La comunicazione con gli altri è migliorata quando è migliorata la comunicazione con me stessa.
La comunicazione con miei figli è migliorata quando:
Ho smesso di voler riaffermare: “Io sono l’adulto, io sono il genitore”
Ho iniziato a mettermi nei loro panni ed a chiedermi: “Se fossi in loro come vorrei che mi fossero dette, chieste certe cose?”
Per oggi ci fermiamo qui, in futuro, non troppo lontano, torneremo sull’argomento poiché non possiamo non comunicare e allenarci a farlo, ci permette di avere un impatto nella vita degli altri e soprattutto dei nostri ragazzi…generazione hashtag!
Credo che ogni essere umano si debba dare l’obiettivo di essere ogni giorno la miglior versione di ciò che può essere, non sempre ci riusciamo perché:
A molti di noi non lo ha insegnato nessuno.
Le esperienze e il contesto nel quale abbiamo vissuto hanno creato credenze che ci bloccano, impedendoci di essere, impedendoci di fare!
Siamo presi dalla routine giornaliera e colmiamo i vuoti con beni materiali, cibo spazzatura, gratificazioni a breve termine che ci allontano sempre più da chi siamo veramente!
Dopo 15 anni di corsi e percorsi posso dire che sono grata ad ogni euro e minuto investito sulla mia crescita, che mi ha permesso di migliorare la mia vita, quella della mia famiglia e dei miei figli.
A questo punto non mi resta che darti appuntamento sul gruppo Facebook Allena_Mente dove poter allenare la nostra comunicazione!
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Ti ricordo tutti gli articoli di Generazione Hashtag:
#1: Cosa sta accadendo ai nostri figli ? (6 gennaio)
#2: Come comprendere i nostri figli. (13 gennaio)
#3: Come mantenere il controllo e non uccidere i nostri figli. (20 gennaio)
#4: Come comunicare con i nostri figli (27 gennaio)
—Veronica Barducci - Mental Coach
A te la scelta...
A presto…
Un abbraccio dalla “tua” Coach!
Veronica